domenica 4 agosto 2013

YLENIA E LA SCELTA CORRETTA DELLE SCARPETTE



Ylenia Ambrosino in una sua variazione coreografica sulla colonna sonora di C'era una volta in America di Ennio Morricone

Oggi possiamo contare sul mercato oltre 25 marche di 

scarpette da punta, che, viste senza un minimo di 

competenza o con superficialità, possono sembrare tutte  

simili tra loro come forma, ma in realtà sono tutte differenti

nella sostanza. Cambia infatti la durezza della soletta, il suo 

taglio, l’altezza della mascherina, la forma del puntale. E 

sono proprio queste le caratteristiche più importanti per 

una giovane danzatrice da tener presente per la scelta delle 

scarpette.


Spesso inoltre si sente dire che un determinato modello è 

consigliato per chi ha “un piede in via di sviluppo e per chi 

ha una buo caviglia”, ma che dipende anche “dalla forza del 

piede”.
Un'affermazione del genere è fuorviante:
La scarpetta non sosterrà una caviglia che non è capace di essere sostenuta in appoggio completo e in mezza punta.

La scarpetta, per come è stata congeniata dal suo introduttore storico, è un “mezzo” e non uno “strumento di tecnica”. Dunque, innanzi tutto bisogna ricordare che tutti hanno un piede con una morfologia propria, chi ha le dita della stessa lunghezza, chi ha l’alluce più lungo, in altre è il secondo dito ad essere più lungo. Questo indica che le dita dovranno “adattarsi” in modo differente al puntale.
Altra caratteristica da valutare è il sostegno della caviglia e del piede nei fondamentali, e quindi la capacità di correggere in ogni fondamentale l’atteggiamento del piede. questo vuol dire buona tecnica, uso del piede e della caviglia corretto nei fondamentali.Da ultimo viene la “dote anatomica” del “collo piede”. Esistono piedi che sono più dotati (più cavi, magari più “forti”), altri invece meno. Tutti e due potranno studiare la punta, ognuno con risultati differenti e tuttavia con possibilità di sviluppare lesioni.

Dire che un piede deve essere forte, non vuol solo dire che esso sia adatto alla punta. Il piede deve essere armonico, la muscolatura flessoria ed estensoria deve essere ben bilanciata, le dita devono essere correttamente tese nel salvapunta e nel puntale. La maestra e l’allieva dovrebbero quindi scegliere insieme la scarpetta da punta in base alla caratteristiche anatomiche del piede e alla tecnica che la maestra stessa usa sulle proprie allieve per lo studio della punta.
Il “collo del piede” si forma per il continuo e costante lavoro muscolare e articolare, non perché una scarpetta ha una soletta morbida o una mascherina alta o bassa. Una punta inadatta concentrerà gli stress meccanici in aree ristrette del piede, generando tendinopatie e sovraccarichi articolari. Il dolore farà usare male il piede e genererà errori tecnici, in un circolo vizioso: scorretto uso del piede, consumo anomalo della scarpetta, difficoltà ad usarla, con conseguenti tendinopatie e sovraccarichi. Si genera quindi una continua ricerca che porterà più di frequente non a correggere l’uso della punta, ma a riferirsi a una scarpetta da punta di altra marca.
Si cerca di cambiare sempre il “mezzo”, che come detto non è “strumento tecnico”, vale a dire strumento per sviluppare il piede. Il piede dovrebbe già essere pronto per la punta, sia da un punto di vista di “predisposizione anatomica”, che da un punto di vista tecnico. La scarpetta potrà migliorare l’estetica del piede sviluppando doti anatomiche e tecniche già presenti, ma se un piede non ha “sostegno della caviglia”, difficilmente diventerà un piede ben “sostenuto” o il suo “collo del piede” molto sviluppato
Un ultimo fattore da considerare è legato all’usura della scarpetta. Essa dovrebbe essere simmetrica, e il puntale dovrebbe essere simmetricamente consumato. La scarpetta dovrebbe presentare usura legata all’uso e non ad errori tecnici, il puntale non dovrebbe essere rotto e permettere di posizionare la scarpetta in equilibrio senza denotare deformità della soletta e del contorno della calzatura.
Una domanda difficile a cui spesso tutte le maestre di danza si trovano a rispondere è proprio questa, vale a dire quale scarpetta da punta consigliare alle proprie allieve.

Per rispondere a questa domanda spesso ci si sente in difficoltà, questo perché la prima risposta che si fornisce alla ballerina è spesso la più semplice, ma in realtà la risposta è articolata e complessa, in quanto presuppone la conoscenza di alcune basi anatomiche, altre di tecnica, altre di esperienza e di “sensazione” che l’allieva stessa dovrebbe sperimentale provando le diverse scarpe da punta in commercio.

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